mercoledì, Gennaio 15, 2025
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Violenti insulti social contro Sara Ciafardoni: “Sei solo una disabile”. La scrittrice: “Manca l’umanità”.


“Sempre handicappata sei”, “sei una disabile”, “sei autistica”. Sono questi alcuni dei commenti apparsi sotto ad un post pubblicato su instagram da Sara Ciafardoni, giovanissima scrittrice cerignolana apprezzata in tutta Italia, che ieri ha condiviso gli insulti ricevuti con i suoi followers spiegando l’accaduto. Sara convive con una malattia rara che non le permette di camminare da quando aveva 8 anni ed è bastato questo, ad un drappello di bulli, per scatenare la scia d’odio sui social network.

“Viviamo in un mondo di mostri. Ma i mostri non sono i diversi, non sono quelli come me. I veri mostri- spiega Ciafardoni- sono quelli che non ammettono, neanche con sé stessi, di essere diversi a loro volta. E se dovessi scegliere il motivo più vero per cui sono “diversa” è che io questo ca**o di vita la vivo davvero… sorridendo”. A corredo di queste parole una serie di fotografie che ritraggono la scrittrice al mare, in compagnia di amici, durante le presentazioni dei libri o nel giorno del suo compleanno. In tutti i video e gli scatti quel sorriso che Sara ha scelto di condividere persino con i suoi hater.

“Ho passato un’ora intera a cercare di spiegare a una persona (che ha commentato un mio video) che no, le categorie non esistono. Che non possiamo ridurre qualcuno a un’etichetta, a una parola. Perché troppo spesso si guarda a una persona con una disabilità pensando solo a quello: il disabile, l’handicappato. E ci si dimentica che, prima di tutto, c’è una persona. Una persona, con una vita, dei sogni, dei limiti – sì – ma anche delle possibilità”, aggiunge Sara.


La scrittrice prosegue: “Non significa negare la mia condizione. Io so benissimo che non posso salire le scale. So che non potrò mai correre. Ma sapete cosa? Ci sono i montascale. Ecco, il punto è questo: il mio handicap si vede. La differenza, però, non è nella mia sedia a rotelle, né nel gradino che non posso salire. La differenza è negli occhi di chi guarda. E questo, purtroppo, l’ho imparato da bambina, quando non erano i miei coetanei a fissarmi male, ma gli adulti, quelli che strattonavano i loro figli perché non dovevano vedere “il mostro”. E sapete chi era il mostro? Io”.

“Potrei mettermi qui e raccontarvi tutte le cose che ho fatto nella mia vita, dalle più piccole alle più grandi, e sono sicura che molte persone “normali” di 40, 50, 60 anni non le abbiano mai fatte. Ma non lo farò. Sapete, però, cosa voglio dirvi? Che una cosa l’ho fatta, e so che in tanti non ci riescono: mi vivo questa ca**o di vita. Sì, perché è una, e io la vivo. Si è troppo impegnati a puntare il dito, a guardare ciò che manca, a giudicare chi è diverso. Ma sapete cosa manca davvero? L’umanità”, conclude Sara Ciafardoni.


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