Aria di rimpasto (ancora!) in giunta: il mattone fa sempre gola
C’è aria di rimpasto, in giunta. L’ennesima, perchè prima di riconoscere i problemi evidenti di questa Amministrazione c’è da fare un’opera di rimozione di chiunque possa rappresentare un alibi. Nel caso specifico, l’alibi al momento è rappresentato da Michele Lasalvia, che fino ad ora si è affidato a Bonito senior per mantenere un posto in giunta, ma che- esattamente come Cialdella, Bruno e Ditommaso (quest’ultima ha resistito nonostante i tentativi di rimozione)- è stato immolato sull’altare della “tenuta”.
La novità è rappresentata dal nuovo gruppo costituito da Giurato, Merra e Valentino che reclamano un assessorato: per loro – Giurato?- sono pronti i servizi sociali, mentre Dibisceglia (o Cicolella) sarà dirottata ai lavori pubblici. I consiglieri Romano e Mansi, isolati dall’apparato provinciale della lista CON, potrebbero mantenere Lasalvia, se proprio vogliono, ma con deleghe ridotte e quasi ininfluenti.
Il ragionamento all’interno del Partito Democratico è svelato da alcuni pensieri degli insider: “I grossi appalti dei servizi sociali sono stati affidati, le assunzioni sono state fatte, il personale è stato inserito, adesso chiunque vada non potrà fare più nulla”. Una truffa, in termini politici. Quindi, meglio colonizzare i lavori pubblici per tagliare i nastri del PNRR: l’obiettivo è far candidare Maria Dibisceglia alla Regione quest’anno e nel caso a sindaco nel 2027. Ma per la famiglia allargata dei Dalessandro (e Nicola Giordano che a giorni alterni, da Bari a Foggia a Cerignola, prende le distanze dall’amministrazione e poi le riduce) resta in piedi l’incognita Savino Bonito, le cui future scelte su dove candidarsi sono diventate un’ossessione in via Mameli.
Invece, in casa Senso Civico, Cecilia Belpiede non è riconosciuta da Valentino, che ha già chiesto la sua testa e presto l’avrà: l’anestesista del Tatarella potrebbe essere uno degli assessori meno longevi della storia del Comune di Cerignola, perché le riunioni per sostituirla- tutte alle sue spalle e mentre è ancora in carica- si sprecano e si contano già a partire da un mese dopo l’ottenimento della nomina.
A quel punto, però, se dovesse già saltare Belpiede, si aprirebbe nuovamente il caso “quote rosa” ed è possibile che il M5S, se Mansi e Romano non troveranno una donna e decideranno di mantenere Lasalvia, dovrà accollarsi la scelta femminile dicendo addio a Mimmo Dagnelli, che ora detiene la delega all’ambiente. Alla Belpiede stanno raccontando che la sua posizione non è in discussione: questo perché, se Belpiede trovasse un briciolo di orgoglio politico e si dimettesse prima, allora si aprirebbe un gran problema per la giunta in termini di legittimità degli atti, per effetto del mancato rispetto della legge sulla parità di genere. Quindi, al momento, fino a quando uno tra CON e M5S non troverà un nominativo “rosa”, Belpiede resta al suo posto; identificata la nuova donna, all’anestesista sarà dato il benservito.
Dopo i servizi sociali andati in frantumi e la sicurezza diventata una barzelletta (si ricordi il ragazzino egiziano scambiato per Escobar e liberato dal giudice dopo 16ore, solo per citare l’esempio più bizzarro ma non il più grave), il PD si appresta a prendere i lavori pubblici. C’è da scommettere che, con le interpreti che si ritrova, la credibilità dell’esecutivo crollerà anche in quel caso.
E trattandosi di lavori pubblici, c’è da sperare che il “crollare” non assuma un senso letterale.