L’oncologo: “Tumori in aumento nei siti vicini alle discariche”. L’analisi

I rifiuti interrati nelle città della provincia di Foggia, come risultato dello sversamento illegale che fa della Capitanata la nuova Terra dei Fuochi, sono uno dei fattori di rischio di insorgenza di patologie oncologiche. La necessità di dotarsi di uno strumento di monitoraggio, come il registro tumori, sarebbe un primo passo per identificare i “mali” della provincia di Foggia e tarare su di essi interventi efficaci e duraturi. A dirlo, durante il convegno tenutosi a Foggia lo scorso 11 marzo, è stato l’oncologo degli ospedali Riuniti di Foggia, Maurizio di Bisceglie.

“Oggi notiamo un aumento di tumori cerebrali, un aumento di tumori al pancreas, un aumento di tumori polmonari e delle vie urogenitali in una fascia relativamente giovane, che comprende le persone tra i 40 e i 50 anni.  Probabilmente perché oggi lo stile di vita è enormemente cambiato ed il tumore è diventato espressione del benessere”, ha premesso l’oncologo. Effetto immediato del mutato stile di vita improntato ad un capitalismo spinto- è stato il ragionamento- è l’iper-abbondanza di rifiuti, tanto che in Italia si stima la produzione di 30milioni di tonnellate di rifiuti all’anno.

“La mortalità per mesoteliomi totali risulta in eccesso di tre volte nei siti con presenza di amianto e per mesoteliomi pleurici di più di due volte nei siti con amianto e aree portuali. Inoltre, la mortalità per tumore color retto è in eccesso in siti caratterizzati dalla presenza di impianti chimici del 4% tra gli uomini e del 3% tra le donne. La mortalità per tumore alla vescica, invece, è in eccesso del 6% tra gli uomini residenti nei siti con discariche”, ha spiegato di Bisceglie.

“La presenza di fattori esogeni, quali lo sversamento dei rifiuti, l’amianto, il fumo, il mercurio, determina un danno costante al nostro DNA: il tumore è una malattia che viene determinata da agenti esterni”.