martedì, Marzo 18, 2025
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Il terremoto del 1731 che devastò Cerignola e la (letale) simulazione odierna


Trema la terra, dal Gargano alla Basilicata. Questa mattina, 18 marzo, due scosse hanno interessato le zone lucane ma lo scuotimento si è allargato fino alla Puglia, come dimostrato dalle mappe elaborate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Nel Gargano, invece, prosegue lo sciame sismico iniziato con la forte scossa di magnitudo 4.7 registratosi venerdì scorso. Solo ieri ulteriori due scosse di debole intensità, 2.2 magnitudo, ma nel complesso la terra ha tremato per ben 18 volte in tre giorni.  

Quasi la totalità della Provincia di Foggia, in fatto di sismicità, si trova in zona 2, mentre undici comuni del Subappennino dauno presentano rischi più elevati e sono per questo posizionati in zona 1. Il sisma più violento verificatosi nel Basso Tavoliere risale al 20 marzo 1731, con magnitudo 6.4 ed epicentro proprio tra Cerignola, Stornara e Stornarella. Il terremoto interessò anche i centri di Foggia, Canosa di Puglia, Orta Nova, Tressanti, Ascoli Satriano, Molfetta ed Orsara di Puglia, oltre che a Barletta, Bisceglie, Lucera, Manfredonia, San Severo, Trani.

Se oggi dovesse ripetersi, proprio a Cerignola, un terremoto della stessa intensità i risultati sarebbero disastrosi e molto pericolosi. A svelarlo, nel 2013, è stata un’inchiesta de L’Espresso, che ha potuto consultare i database della Protezione Civile e le simulazioni elaborate città per città. Tenendo conto dell’età degli stabili, dei materiali utilizzati, della densità demografica e altri fattori oggettivi, in questo momento una scossa di intensità pari a quella del 1731 (magnitudo 6.4) coinvolgerebbe 1313 persone tra morti e feriti, mentre gli sfollati sarebbero oltre 10.500.


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