“”Er Cicoria”” sfascia Sia e per premio vuole ricandidarsi
IL PUNTO | Non sono bastate le cicorie sul suo capo a testimoniare che i 300 dipendenti di SIA non hanno creduto alle sue bugie sul salvataggio dell’azienda: Metta prima ha chiesto e autorizzato l’intervento della Regione, insieme agli altri 8 sindaci del Consorzio, poi se ne è lavato le mani parlando di “”colonizzatori””.
Se non avesse firmato, e se avesse avuto una strategia, il “”colonizzatore”” barese non sarebbe mai arrivato. Sarebbe bastata una sola firma contraria – tipo la sua – per impedire che adesso Amiu (o chi per lei) entri a Cerignola gettando nel panico i dipendenti, di cui la politica dovrà tutelare le condizioni contrattuali (e non riusciranno a fare nemmeno questo).
“”Non sarò sindaco di Cerignola se costruiranno il VI lotto di discarica””, “”no al VI lotto di discarica”” sono solo alcune balle che il politico Metta ha gridato in Regione e nelle piazze iniziando a demolire scientificamente Sia. Poi ha negato di essersi opposto al VI lotto quando ha recepito l’ira dei lavoratori senza stipendi a causa delle sue scelte folli.
E mentre famiglie aspettavano “”il mese””, Metta era sui social a blaterare di contratti di servizio. In tre anni la presidenza Metta ha prodotto la stesura di contratti inutili, che pur se sottoscritti avrebbero lasciato una scopertura di 4 milioni di euro. Quando i dipendenti hanno capito il doppio gioco, lo hanno salutato nel più cortese dei modi che ha meritato: il lancio delle cicorie per aver “”venduto”” SIA a Bari con incertezza totale sui prossimi “”ingaggi”” dei dipendenti. Il travaglio per gli operatori non è finito. Anzi, inizia adesso proprio per colpa del sindaco di Cerignola. Che, da parte sua, prova a sviare l’attenzione dalle famiglie sul lastrico parlando di una sua futura candidatura: altra palla, altra bugia, altra giravolta.
Il potere piace a tutti, si sa. Anche a chi, come Metta, in campagna elettorale prometteva che dopo 5 anni sarebbe andato via. Oggi ha cambiato idea preferendo gli agi, la seggiola, la fascia, il contatto con la gente o lo stipendio pignorato da sindaco (in sostanza, i cerignolani gli pagano i debiti che contrae con terzi).
Per non parlare di Sia, dei contratti dei lavoratori, delle sue responsabilità , Metta parla della sua futura candidatura servendosi dei giornali web amici, che nel frattempo sono aumentati. C’è perfino chi ha lasciato temporaneamente Sgarro e il PD per stendere tappeti rossi a Metta: così si è passati dai “”tengo famiglia”” ai “”devo mettere su famiglia””.
Nel mezzo la Tari è a +19%, la città è sporca, i lavoratori sono stati presi in giro, 300 famiglie potrebbero perdere le attuali condizioni contrattuali, Cerignola conta zero nello scacchiere politico provinciale e regionale e la maggioranza – a parte Pezzano – non s’è esposta nemmeno per sbaglio in supporto del sindaco Metta. Che da solo comanda e da solo distrugge. Solo che nel secondo caso gli effetti ricadono sui cittadini. E l’equazione rifiuti, roghi, tumore non vale solo in campagna elettorale.
Michele Cirulli