Lusso sfrenato e prestigio: presa la banda degli assalti ai blindati
In un articolo di Ancona Today, il collega Stefano Pagliarinitraccia il profilo del sodalizio criminale con a capo Paolo Sorbo che il 30 settembre 2016, sulla A14, assaltò un portavalori della ‘Fitist’. Il colpo fruttò 4,7 milioni di euro.
In 120 secondi i malviventi bloccarono un’intera arteria autostradale, isolarono le comunicazioni con jammer sofisticatissimi, speronarono due furgoni portavalori, sparararono raffiche di kalashnikov andando incontro alle guardie giurate e sradicarono le casseforti in un inferno di piombo e fuoco.””
All’arresto degli otto componenti del sodalizio criminale si arrivò anche grazie a due agenti della Squadra Mobile di Ancona che si trasferirono a Cerignola e lavorarono al fianco dei colleghi foggiani: “”Quello che mai si sarebbero aspettati era di scoprire come quegli stessi uomini fossero a proprio agio in un lusso sfrenato fatto di grandi televisori, opere d’arte e arredi griffati da firme dell’altissima moda italiana come il copriwater maculato di marca trovato nel bagno di uno della gang. Ville e appartamenti arredati in stile boss della malavita del telefilm Gomorra con donne ingioiellate che, di fronte all’irruzione della Polizia, non alzavano le mani, ma poggiavano le loro borse di Luis Vuitton da migliaia di euro sui divani in pelle”” scrive Pagliarini.
E ancora, si legge su AnconaToday: “”Gli uomini di Paolo Sorbo, identificato come il capo della gang latitante da anni e arrestato nell’agosto 2017, ricoprivano perfettamente il ruolo di uomini di successo nella società foggiana, con abiti di alta moda, orologi di lusso, il culto per fisici scultorei e la passione per le arti marziali. Così tutti i milioni di euro, 10 secondo le indagini, frutto delle rapine non servivano per rincorrere il mero sogno di una vita facile, come nell’immaginario di un qualsiasi lavoratore di provincia, bensì a costruire e consolidare una posizione sociale nelle comunità del triangolo Cerignola-Andria-Bitonto. In quello che lo SCO (Serivizio Centrale Operativo) della Polizia di Stato ha definito il “”triangolo della morte””: dove vivono le famiglie di rapinatori professionisti, specializzati nell’assalto ai portavalori e capaci di agire come un commando militare. Così acquisivano lustro e prestigio dai colpi messi a segno, provocando le invidie degli altri clan. «Noi abbiamo fatto 10 milioni in 8 mesi, altro che quegli altri lì….» ascolteranno gli investigatori in un’intercettazione ambientale dopo l’assalto al blindato della Fitist al casello Loreto/Porto Recanati lungo la A14. Era il 30 settembre 2015 e le indagini della Procura di Ancona, nella persona del pm Irene Bilotta, presero il via da lì