Muore di freddo a Tre Titoli. La tragica storia di Daniel Mensah
Lo si poteva incontrare alla prima panchina nel lungo corridoio esterno che porta al Tatarella di Cerignola. Lì, seduto e quasi in silenzio, chiedeva l’elemosina in maniera discreta. Stamattina Daniel Mensah è morto per ipotermia presso quell’ospedale che per diverso tempo è stata anche la sua casa.
è stata disperata la corsa contro il tempo, ma ai medici del nosocomio non è restato altro che accertare la causa del decesso: è morto di freddo perchà© la sua tenda a “”Tre Titoli””, montata dai volontari per proteggerlo dai primi freddi, è stata spazzata via dal tempo questa notte. Quando i suoi compagni lo hanno ritrovato, era rannicchiato ed ansimante. Poi il decesso.
Daniel Mensah era arrivato in Italia su un gommone, scappando dalla guerra. Era affetto da diabete, una malattia mal curata che gli aveva pregiudicato quasi totalmente l’uso dell’arto inferiore. Tutti i giorni prendeva l’autobus per recarsi presso l’ospedale dove il personale sanitario provvedeva ad effettuare le dovute medicazioni.
Negli ultimi mesi ha trovato ha trovato rifugio nell’ospedale di Cerignola dove ha trascorso diverso tempo, per terra, tra i corridoi o sulle panchine presenti all’esterno degli ambulatori, una situazione che per ovvie ragioni sanitarie e di sicurezza non era più sostenibile.
Così ha fatto ritorno a Tre Titoli, in casolari di fortuna, fino a quando anche la sua auto non ha potuto essere luogo accogliente per affrontare la notte.
Ad aiutarlo anche la Curia, che gli ha fornito indumenti e lo ha curato. Proprio lì a Tre Titoli, dove suor Paola si interessa ai tanti giovani abitanti del ghetto e dove il vescovo Luigi Renna ha inteso allestire un nuovo rifugio per i migranti.
“”La storia di Daniel – osservano il segretario PD Sabina Ditommaso e il capogruppo Daniele Dalessandro – bussa alla coscienza di tutti noi e racconta l’incapacità di un sistema a prendersi cura delle persone più fragili, di apparati burocratici farraginosi e di politiche sociali comunali e di ordine pubblico municipale più interessate all’estetica che alla sostanza, inadeguate alla presa in carico delle sofferenze e concentrate sul gesto mediatico. Nessuno punti il dito contro il singolo ma è evidente quanto lavoro ci sia da fare. Nel frattempo ci auguriamo che la curia vescovile realizzi in breve tempo la casa della solidarietà , votata in consiglio comunale, affinchà© si riesca a sopperire alle lacune assistenziali del nostro sistema di accoglienza””.
“”Daniel Mensah era un ragazzo di colore che, come tanti altri, era fuggito dalla sua terra alla ricerca di fortuna nel nostro paese. Scappava dalla guerra, dalla povertà , dalla fame, alla ricerca di un futuro migliore. Poche ora fa Daniel Mensah è morto per ipotermia, il suo corpo e il suo spirito, già segnati dal diabete, non hanno resistito al vento e al freddo di questi giorni di autunno””, aggiungono i piddini che intendono “”esprimere un pensiero e indurre una riflessione a seguito del decesso del giovane Daniel””.