Il vescovo Renna contro Confagricoltura: “”Non c’è giustizia””
Si accende una polemica a distanza tra il numero uno di Confagricoltura, Onofrio Giuliano, e il vescovo della diocesi Cerignola-Ascoli Satriano monsignor Luigi Renna. Il terreno dello scontro è la nuova legge anti-caporalato, i cui esiti preoccupano alcuni sindacati degli agricoltori per la generalizzazioni contenute nel testo ed innescano un botta e risposta con la Curia che proprio ieri ha presentato il rapporto immigrazione nella sala Giovanni Paolo II a Cerignola, in questi giorni al centro dell’interesse dei media nazionali proprio per i rapporti tra caporali e immigrati che sfociano in vere e proprie situazioni di schiavitù.
Ad essere contestato, da Confagricoltura, non è il principio della legge, ma la modalità di applicazione: Siamo contrari ad una legge che non è anti-caporalato, ma anti-agricoltura. Questa legge, attraverso una tabella di indici di sfruttamento poco chiari, assimila chi con violenza disumana e minaccia sfrutta il lavoratore con chi incorre occasionalmente in violazioni lievi o violazioni meramente formali o contrattuali che fino ad oggi venivano punite da un punto di vista amministrativo, ha spiegato a Teleradioerre il presidente di Confagricoltura. Quindi, ha proseguito, secondo le casistiche contenute nella nuova normativa siamo tutti caporali. Sarebbe questo, secondo Giuliano, il grave inganno che si nasconde dietro la legge anticaporalato voluta dal governo Renzi.
Una posizione, quella di Confagricoltura, che rimbomba anche a livello regionale con la presa di posizione della federazione barese, che non ci sta a subire l’equazione agricoltore= mafioso. La modifica dell’articolo 603 bis del codice penale ((“”Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro””) di fatto mette sullo stesso piano violazioni penali e amministrative. Il paradosso, per Confagricoltura, sarebbe nell’inasprimento tout court delle pene: Un agricoltore che non ha dotato i suoi dipendenti di scarpe antinfortunistiche, subisce un’ispezione e gli ispettori rilevano che in quel momento gli operai sono sprovvisti di scarpe adeguate. Secondo la legge, essendo flagranza di reato, quell’agricoltore viene preso e portato in carcere. Ma siamo impazziti? Si tratta di un arresto per mera irregolarità amministrativa
La speranza, per Giuliano, resta la circolare attuativa, dove potrebbero essere rimodulate le casistiche rendendo più blandi i termini di intervento delimitando in maniera dettagliata il perimetro dello sfruttamento e delle violazioni.
A margine della presentazione del venticinquesimo rapporto sull’immigrazione tenutosi ieri a Cerignola, il vescovo Luigi Renna ha fatto seguito a quanto espresso nel pomeriggio da Onofrio Giuliano: In queste ore ho avuto modo di leggere ed ascoltare i commenti rispetto alla nuova legge anti-caporalato. è un discorso sbagliato sostenere che il comparto viva già le sue difficoltà , perchè i problemi dell’agricoltura non possono essere risolti sulla pelle degli immigrati, andando ad innescare una guerra tra poveri, che va scongiurata. Alcune associazioni di categoria, come la Coldiretti, hanno espresso una posizione chiara, mentre altre hanno espresso pareri non dico non caritatevoli, ma sicuramente non di giustizia.
Michele Cirulli