Il Prefetto bacchetta Metta. In Comune la lettera top secret
Le dichiarazioni choc di Franco Metta non hanno lasciato impassibile il Prefetto di Foggia, che ha preso carta e penna e ha scritto al sindaco di Cerignola censurando un atteggiamento di generale insolenza verso le istituzioni dello Stato.
C’è massimo riserbo sulla missiva che il prefetto Maria Tirone ha indirizzato a Palazzo di Città , anche perchè l’impressione è che sul tema si voglia gettare acqua sul fuoco cercando di acquietare tutte le polemiche sorte in seguito alla strenua difesa degli abusivi e alle intemperanze del primo cittadino, che ha perfino ipotizzato complotti da parte dei presidi dello Stato sul territorio contro la sua persona. Ma andiamo con ordine.
Il 29 aprile, come già successo a Foggia e come sarebbe successo dopo qualche settimana a Bari, polizia, carabinieri e guardia di finanza effettuano una operazione interforze per smantellare la fitta rete di operatori commerciali ortofrutticoli abusivi nella città di Cerignola. Vengono sequestrate merci di ogni tipo, all’operazione interforze partecipano anche le unità cinofile. Forse dietro quelle bancarelle si sarebbe potuto nascondere dell’altro, o almeno alcune segnalazioni hanno indirizzato in quella via. Frutta e verdura, come da protocollo, sono smaltite nei cassonetti, non essendo possibile risalire all’origine dei prodotti. Il blitz interforze è accolto favorevolmente, meno che dal sindaco di Cerignola, che si scaglia in una invettiva contro le forze dell’ordine, additando l’inefficienza dei corpi dello stato in merito ad una rapina “ rimasta impunita- verificatasi all’indomani. A rincarare la dose, poi, anche il comandante dei vigili Francesco Delvino, che in una intervista ha definito il blitz interforze come mera operazione di marketing.
Per questo il Prefetto di Foggia ha inviato una lettera di contestazione a Franco Metta, sul cui contenuto aleggia il mistero. Una lettera privata e personale, dicono alcuni collaboratori del sindaco. Perchè l’invettiva contro lo Stato non si è fermata soltanto al giorno del blitz, ma è proseguita nelle settimane successive, quando Metta, attraverso i palchi, ha disegnato scenari complottisti ad opera della Prefettura: Mi faranno le peggiori porcherie, sono potenzialmente contro di noi, ha gridato rimandando al precedente incontro tra Maria Tirone e il segretario del PD di Cerignola, Tommaso Sgarro, che, due settimane fa, si è recato in Prefettura per parlare del rischio infiltrazioni criminali nelle maglie di alcune gare d’appalto elaborate dall’amministrazione del Cambiamento. Il caso Cerignola è arrivato prepotentemente sui tavoli istituzionali foggiani.
Non solo il Questore Piernicola Silvis ha fatto mancare, in maniera mirata, la sua partecipazione al dibattito sulla sicurezza organizzato da Delvino (che poche ore prima in tv attaccava a viso aperto polizia e carabinieri), ma anche in Prefettura sono iniziati a suonare i primi campanelli d’allarme che hanno prodotto la censura, anche in seguito alla presa di posizione dei sindacati di polizia, come il SIULP di Michele Carota, che ha stigmatizzato la difesa appassionata degli abusivi a discapito degli agenti. Una situazione che si infittisce anche perchè, a Foggia, sarebbero finiti alcuni video che ritraggono il sindaco Metta in una arringa pro abusivi proprio di fianco ad alcuni titolari di bancarelle illegali. L’aria a Cerignola è molto tesa.
A prendere posizione, però, rispetto alle brutte voci sul conto dell’amministrazione Metta, è il sindaco di Lucera Antonio Tutolo, che sul rischio infiltrazioni dice: Posso mettere la mano sul fuoco rispetto alla onestà del sindaco di Cerignola Franco Metta. L’ho conosciuto e so che è una persona corretta, queste cose mi lasciano davvero stupito. Anche perchè, poi, c’è da chiarire anche che i bandi non li fa mica il sindaco, che comunque nel caso manterrebbe una responsabilità politica. Ma sull’equilibrio e l’onestà di Metta sono pronto a scommetterci, rimarca il primo cittadino lucerino. Il dibattito sulle presunte infiltrazioni criminali, a Cerignola, più che non appassionare spaventa. Nemmeno i più critici della maggioranza di governo hanno preferito chiudersi a riccio, mentre da Foggia i segnali iniziano ad essere molto chiari, a conferma dell’esistenza di un pericoloso e anomalo caso Cerignola, dove si sta consumando un attacco continuo a tutti i presidi di legalità , dalle associazioni agli apparati dello Stato, in nome di una non meglio decifrata attività amministrativa.
Michele Cirulli