L’ultimo abbraccio di nonna Donata a suo nipote: così lo ha salvato
Lo ha stretto forte a sè, per proteggerlo e salvarlo dalla morte. Forse è stato proprio questo gesto, o forse è stato il fato, forse qualche dio, forse la casualità , ma Donata Pepe è riuscita nell’intento di risparmiare, a discapito della sua vita, il piccolo Samuele, suo nipote, che ce l’ha fatta ad uscire illeso dall’inferno delle lamiere sul tratto ferroviario Andria-Corato, perchè nonna Donata si è opposta con il suo corpo al tragico impatto di martedì mattina, che ha spezzato la vita di 23 persone.
Originaria di Cerignola, Donata Pepe, 60 anni, viveva a Milano. In estate, come tanti, ossia i meridionali trasferitisi “”nel settentrione””, ritornava al sud, a Terlizzi, facendo qualche capatina nel suo vecchio paesone d’origine a salutare i parenti, amici, soprattutto i familiari. Al sud per tutti era semplicemente Tina. Su quel treno Donata ci era finita per accompagnare suo nipote, Samuele, di sei anni, e per fare ritorno a casa. Avrebbero aspettato la coincidenza per spostarsi da Barletta a Milano, dove ad attenderli c’erano i genitori del minore, nonchè la figlia della signora Donata Pepe.
Ma intorno alle 11.30, per cause ancora da accertare, probabilmente per un tilt nei sistemi di controllo dovuto ad un difetto di comunicazione, su quello stesso binario sono finiti due treni che si muovevano in direzione opposta. Uno si spostava verso Barletta, l’altro verso Andria. Entrambi hanno macinato chilometri per poi scontrarsi, ad una velocità tra i 100-110 km/h, subito dopo una curva, senza avere la possibilità di frenare, di guardarsi, di aver paura. è stato un attimo. Così il piccolo Samuele, che proprio ieri ha compiuto sette anni, lo ha raccontato ai suoi genitori e agli zii: Dormivo sulla nonna, dopo c’è stato lo scoppio fortissimo. E poi cumuli di macerie, lamiere rese incandescenti dal sole che illumina gli uliveti della Puglia. Caldo, tanto caldo. E poi ancora voci, sirene, brusii, lamenti che si interrompono quando a sopraffarli è la morte. Samuele si è ritrovato incagliato in quell’ammasso di ferro, in quel groviglio di fili e acciaio che poco prima formavano era un treno.
Il pezzo di un sedile gli ha compresso il petto per diversi minuti, rendendo quasi impossibile la respirazione. Ai vigili del fuoco arrivati sul posto non è servito nemmeno effettuare la prova del silenzio per capire chi vi fosse sotto le macerie, perchè appena sono giunti nelle campagne hanno sentito forte e chiaro le grida di Samuele, mentre nonna Donata era ormai già deceduta. Scesi dall’elicottero Drago 52, i soccorritori hanno iniziato a tentare di estrarre il piccolo dalle lamiere: Siamo stati i primi ad arrivare, era uno strazio, hanno detto commossi al premier Matteo Renzi, che ieri è giunto in Puglia in segno di vicinanza alle famiglie dei 23 morti dello scontro ferroviario.
Quando Donata si è opposta fisicamente all’impatto, proteggendo il piccolo Samuele, non ha potuto far altro che morire sul colpo. Samuele, invece, è riuscito a resistere, ha chiesto aiuto fino a quando i soccorritori l’hanno individuato e l’hanno tratto in salvo. Per distrarlo dalla mostruosità che c’era intorno, uno dei vigili del fuoco ha cercato subito un contatto con lui: Come ti chiami? Quanti anni hai?. Poi oltre mezz’ora di lavoro, per tagliare le lastre accartocciate che hanno ostruito ogni passaggio.
E per distrarre il bambino, prontamente, hanno utilizzato un cartone animato. Lo hanno caricato su uno smartphone e hanno tentato di tenere occupato Samuele distogliendolo dal dolore, dall’orrore in cui senza colpe s’era cacciato, da nonna Donata che a pochi metri di distanza ancora teneva allungato il braccio verso il bimbo da difendere dall’ingiustizia che martedì mattina ha corso veloce su quei maledetti binari.
Samuele ieri ha festeggiato 7 anni. Subito dopo il salvataggio è stato caricato su un elicottero e portato in ospedale, dove si trova in prognosi riservata, ma in buone condizioni. I genitori si sono precipitati a Bari già nel pomeriggio. Ieri i suoi familiari gli hanno portato anche una torta, per festeggiare. Il bambino ha chiesto di nonna Donata. Forse per cercare un altro abbraccio.
Michele Cirulli