L’isolamento politico-istituzionale e la dannazione della cultura
Un po’ per i colpi di testa, un po’ per i repentini cambi di umore, un po’ per l’impossibilità di rendersi autonomi senza attirare carichi di fango mediatico, un po’ per le voci sulla gestione chiacchierata della macchina comunale, ma trovare interlocutori istituzionali e di peso, per il sindaco Metta, sta diventando una dannazione.
Succede così che l’assessorato alla cultura, fino a marzo retto da Giuliana Colucci, inspiegabilmente dimissionaria, sia diventato una ossessione per il primo cittadino, che inizia ad incassare “ anche attraverso i suoi delegati- una lunga scia di no, grazie. C’è tanta disaffezione rispetto alla politica, ma c’è anche tanta disaffezione rispetto al suo modo di interpretare la politica ed il potere.
Nel recente scontro istituzionale con le forze dell’ordine si è raggiunto il picco massimo di allontanamento con fette di cittadini e di interessi. In occasione del congresso Cerignola Si¦Cura, finanziato con circa 53 mila euro tra fondi pubblici e privati, a sorprendere sono state le assenze eccellenti.
A partire da quella del questore Piernicola Silvis, la cui mancata adesione alla tre giorni sulla sicurezza- peraltro già nell’aria all’indomani dello sfogo social pro abusivi del sindaco- non ha altra lettura se non quella della polemica rispetto all’attacco dell’amministrazione alle forze dell’ordine sul tema del blitz contro le bancarelle illegali di ortofrutta. Mentre a Bari il sindaco Antonio Decaro è accolto da un cordone bipartisan in segno di solidarietà per aver contrastato l’illegalità diffusa, a Cerignola a difendere le ragioni di Metta ci pensa il suo fidato Francesco Delvino, capo dei vigili urbani, che ha etichettato la repressione come operazione di marketing. Nel mezzo silenzi assordanti, ad eccezione di Teresa Lapiccirella di CD. Anche il presidente della Regione Michele Emiliano, col quale Metta ostenta vicinanza e reciprocità , non manca occasione di bypassare la città di Di Vittorio.
è da dicembre 2014 che il governatore non mette piede a Cerignola, pur invitato. E quando c’è stato il piano di riordino ospedaliero l’ex magistrato non ha ricevuto il sindaco Metta, unico tra i civici di Capitanata a cui il cellulare è stato lasciato squillare invano. Così anche Michele Emiliano, nella rosa degli invitati al convegno Cerignola SiCura, ha detto no, grazie, preferendo volare a Torino per il Salone del Libro. L’isolamento istituzionale e politico trova sponde sporadiche, e nonostante il primo cittadino si affanni, tramite social, ad ostentare rapporti prima con la Camera di Commercio, poi con l’assessore Leo Di Gioia, il vuoto intorno alla sua giunta sembra perenne.
Da qui, forse, anche l’incapacità di aggregare pezzi della società civile estranea al suo movimento politico. Per occupare la poltrona della cultura Metta e i suoi si sono rivolti anche a Mirella Guercia, storica prèside dell’istituto Industriale Augusto Righi di Cerignola, già in procinto “ nel 2005- di rappresentare il centrodestra al posto di Antonio Giannatempo e poi riciclata nel 2010 come eventuale vice di Berardino Tonti del Partito Democratico, sempre a discapito di Giannatempo.
L’invito a subentrare a Giuliana Colucci, però, sarebbe ancora una volta naufragato con un garbato diniego, che si aggiunge a quello del giovane professore Nicola D’Andrea e che, con ogni probabilità , avrebbe fatto il paio con un’altra retromarcia qualora le voci sull’architetto e docente Enzo Buttiglione, di matrice centrista, fossero diventate più concrete con la formulazione di una proposta ufficiale.
Michele Cirulli