Carabinieri in SIA, sequestro impianto, procedimento penale in corso
Convalida di sequestro dell’impianto di biostabilizzazione effettuato dal nucleo NOE dei carabinieri di Bari e procedimento penale aperto nei confronti di SIA srl, il cui legale rappresentante è Giuseppe De Venuto, direttore generale Michele Centola, presidente del Consorzio Franco Metta e direttore tecnico Domenico Pellegrini.
Ancora una volta i carabinieri arrivano nella discarica Forcone Cafiero nell’ambito del procedimento penale nei confronti della società in house che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti per conto del Consorzio di Bacino FG4, che comprende le città di Cerignola, dei 5 Reali Siti, di Margherita di Savoia, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia.
Le forze dell’ordine hanno apposto i sigilli “ pur confermando la facoltà d’uso- all’impianto di biostabilizzazione, che seleziona e tratta i rifiuti. Secondo la tesi del pubblico ministero che cura il procedimento penale, avallata dal GIP Antonio Buccaro, sarebbe stato violato quanto prescritto dal decreto legislativo 152/2006, nella parte in cui si riferisce a raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione o comunicazione e a inosservanza delle prescrizioni contenute o richiamate nelle autorizzazioni, nonchè nelle ipotesi di carenza dei requisiti e delle condizioni richiesti per le iscrizioni o comunicazioni. Per questa ragione è stata convalidata l’istanza di sequestro avvenuto lo scorso 29 febbraio. Per il giudice esiste il fumus del reato in relazione al 5° lotto di discarica e impianto di biostabilizzazione: Giuseppee De Venuto, Franco Metta, Michele Centola e Domenico Pellegrini avrebbero gestito illecitamente una attività di raccolta di rifiuti utilizzando l’impianto di biostabilizzazione non adeguato all’AIA del 2014 e quindi alla normativa in vigore. Non solo, perchè ad essere contestato è anche il quantitativo di rifiuti, accolti in maniera eccedente rispetto a quello che può essere trattato dall’impianto, tanto da creare una discarica abusiva. Sono queste le ragioni che il 29 febbraio hanno portato al sequestro di parte della struttura di Forcone Cafiero. Ed è questo che ieri è stato ribadito dal NOE dei Carabinieri. E dal momento che “ sostiene il GIP- il reato potrebbe essere ripetuto o addirittura ingigantito, all’area scattano i sigilli. Lo biostabilizzatore dovrà essere dunque adeguato secondo quanto prescritto dall’autorizzazione AIA e per questo dovrà essere presentato un cronoprogramma.
Michele Cirulli