Il messaggio del vescovo Renna per Pasqua: ambiente, preti, ultimi
Un nuovo sguardo sul creato, sulla comunità e sui rapporti interpersonali. Così il vescovo della diocesi Cerignola “ Ascoli Satriano, mons. Luigi Renna, saluta i fedeli nel messaggio per la Santa Pasqua, toccando i temi sensibili del caporalato, delle trivellazioni, del clero e dei laici. La parola chiave è sguardo, da cui discendono azioni e comportamenti.
Caporalato. Se lo sguardo è limpido, tutta la nostra vita cammina nella trasparenza, scrive il vescovo. Se Enzo, che è un intrapredente agricoltore, che ha rischiato sulla sua pelle investimenti di capitale, il giovane Abdul è semplicemente un operaio che gli permetterà di fare un buon raccolto senza sprecare molti soldi per lo stipendio, allora vuol dire che il suo sguardo è malato. Non riesce infatti a vedere che quel giovane è un uomo che ha le stesse aspirazioni che ha suo figlio che frequenta l’Università di Miano, che ha dovuto lasciare la sua terra per poter realizzare il sogno di un lavoro dignitoso.è il principio di responsabilità che anima l’intervento del vescovo Renna: Se Angela, che fa la catechista e sa qanto è difficile parlare ai suoi ragazzi del Vangelo, non riesce a vedere in Andrea, Caterina, Giovanna, dei fratelli e sorelle di una comunità ecclesiale che non è un’azienda dove si producono eventi, ma la comunità di persone che si fuardano come fratelli e sorellie, il suo sguardo è disturbato da un certo egoismo. E questo concetto va applicato a tutti i campi, sociale, culturale, politico, personale.I rapporti. Già nella lettera inviata ai diaconi e ai presbiteri, Renna ha posto l’accento sugli atteggiamenti e sul ruolo dei sacerdoti nella diocesi, a partire dai legami interpersonali sfaldati nel tempo: Desidero che vi cerchiate di più tra voi, che abbiate a cuore l’incontro nei momenti comunitari e in quelli spontanei. Desidero che il vostro parlare sia sincero: le punture di spillo, le battute, i giudizi, non si addicono a uomini intelligenti e sapienti, a uomini che devono avere il culto della comunione, a presbiteri e diaconi. Renna aggiunse: Vi prego di non avere atteggiamenti scontrosi con la gente, anche i più molesti vanno accolti, mai rimproverati o scacciati. Se con qualche fedele laico siamo stati aspri,, è il momento di riconciliarsi e chiedere scusa.Gli emarginati e chi sbaglia. Il pensiero di don Renna è rivolto agli ultimi: Lo sguardo di Gesù va oltre la giustizia umana e dice una parola di speranza anche a te, fratello che sei in carcere o agli arresti domiciliari e che si darà da fare per cambiare, che non si accontenterà di stare al soldo di con droga e altro promette ricchezze che durano poco.La questione ambientale pugliese. In questi giorni- dice mons. Renna- preoccupa, soprattutto nella nostra Puglia, che non si abbia una visione chiara dell’ambiente, della natura. Quella che Papa Francesco nella Laudato si ha definito Casa Comune. La sorte di nostra madre terra non può essere affidata alle logiche economiche soltanto, perchè rischia di compromettere la salute dell’uomo oggi e l’economia del futuro, nella misura in cui il nostro sviluppo non sarà sostenibile. è tempo che il cristiano abbia una maggiore sensibilità per l’ambiente, per l’ambiente e per il mare, per i campi e i corsi d’acqua che ci danno nutrimento, e faccia scelte intelligenti e concrete a loro tutela. Un discorso che calza a pennello con la vicende delle trivellazioni in Adriatico, per cui è stato indetto un referendum abrogativo il 17 aprile prossimo.La preoccupazione per il mancato servizio. Nell’omelia della messa crismale, il vescovo Renna indica tre impegni. La comunione, il servizio ed educare come padri. Se la nostra testimonianza sarà quella della divisione, lasceremo il mondo nella disillusione di chi non crede che l’amore e l’unità siano possibili. Come testimonieremo che Dio è Amore? Che la comunione trinitaria è il grande mistero dell’amore di Dio? Se poi- analizza Renna- una parrocchia è contro l’altra, un’ associazione e una confraternita che si ritengono competitive e rivali, potranno fare tante opere, ma non riusciranno ad essere strumento di unità . Le condizioni di un mondo nel quale escludere, dividere – l’opera del serpente antico- uccidere, chiedono che noi a Bruxelles come a Cerignola, nelle metropoli e nelle borgate, siamo il popolo della comunione. Il secondo caposaldo è il servizio. Ammonisce Renna: Cari laici, a volte sono preoccupato perchè rischiate di trascurare il vostro luogo di servizio, che non è la sagrestia, ma il vostro posto di lavoro: il vostro abito liturgico è la tuta dell’operaio, il camice del medico, il grembiule della casalinga, gli abiti da lavoro nei campi. Il proprium del vostro servizio è il mondo, quello in cui nè il vescovo nè i presbiteri vi possono sostituire: la famiglia, la scuola, gli uffici e la campagna, la politica e l’economia. Sono i campi del vostro servizio: per questo siete stati crismati sulla fronte, scrive il vescovo. L’ultimo punto è educare come padri. La paternità – aggiunge il vescovo- ci chiede di essere educatori, con il cuore- come insegna don Bosco- e con la paziente vicinanza al popolo di Dio. E come faremo questo se noi per primi non cureremo i giovani, non accompagneremo le famiglie nel loro compito, non sentiremo la passione educativa che tanti laici e laiche nella scuola vivono quotidianamente.Caritas. Domani sarà firmato il decreto di nomina del consiglio Caritas, con il quale due diaconi, una religiosa e laici e laiche saranno chiamati a svolgere il compito di coordinamento delle attività caritative della diocesi. Il consiglio Caritas vuole essere espressione di servizio che è proprio della Chiesa e che nei laici trova i maggiori protagonisti, conclude mons. Renna.