STORIE | La tassa sulla criminalità e la doppia rapina al Bar Reale
La criminalità , a Cerignola, ha un costo. Mediamente per un commerciante la tassa sulla furti e sulle ruberie ammonta a 2500-3000 euro escluse spese. Come nel caso della famiglia Diliddo, che da 9 anni gestisce il centralissimo e storico Bar Reale, ubicato in via XX Settembre a pochi passi dalla villa comunale e dall’ex ospedale Tommaso Russo, nel cuore del centro urbano.
Nel giro di 15 giorni l’attività è stata colpita per ben due volte dall’impeto di ignoti delinquenti che, intorno alle tre di notte, hanno sfondato la porta e si sono introdotti nel bar saccheggiando l’ingresso asportando il registratore di cassa per un totale, in termini di danni, di circa 1000 euro. Le spese, appunto. Mentre la tassa è rappresentata da quanto la famiglia Diliddo impiegherà per un nuovo sistema di videosorveglianza che possa fare da deterrente alle forze criminali: Ci stiamo già attrezzando per posizionare le telecamere sia all’interno che all’esterno, su tutte le vetrate della nostra attività : in totale “ spiega Francesco Diliddo- andranno via circa 2500 o 3000 euro. Non è possibile lavorare da mattina e sera e poi il primo che passa rischia di mettere in discussione il sacrificio di tanti anni.
Eppure quella in cui si trova il Bar Reale è una zona molto tranquilla, frequentata e di passaggio (e di passeggio): qualche mese fa l’ottica Del Re, posizionata di fronte all’esercizio commerciale dei Diliddo, fu presa d’assalto da alcuni malviventi che, per 20 minuti, hanno sequestrato la titolare costringendola a restare in ginocchio mentre facevano razzie dei prodotti e degli incassi.
A distanza di due settimane, invece, hanno assaltato il bar-gelateria tra i più datati di Cerignola: la prima volta il 28 aprile, quando hanno portato via bottiglie di vino e incassi; la seconda il 13 maggio, quando oltre ai danni hanno potuto guadagnarci ben poco, visto che non sono riusciti a sfondare completamente la porta d’accesso.
Sono schifato, ho voglia di lasciare tutto e di andarmene perchè nessuno ci tutela. Paghiamo tasse, lavoriamo tutto il giorno e poi succedono questi episodi. Da qualche tempo abbiamo deciso di lasciare anche la Confcommercio, che non ci ha mai supportati. A partire da quando ci furono le proteste dei Forconi- spiega Francesco Diliddo- quando le attività furono chiuse, ma non tutte, con minacce e con la forza e loro non mossero un dito. Abbiamo quindi scelto di non avere più alcun tipo di contatto con la nostra vecchia associazione di categoria.
Il problema sicurezza, a Cerignola, rimane sempre molto attuale. In totale sono due le pattuglie che circolano su tutto il territorio e diventa difficile operare in maniera capillare ed intervenire tempestivamente su ogni furto o su ogni rapina: Noi chiediamo semplicemente più sicurezza: chiamiamo le forze dell’ordine e ci dicono che sono sempre nei paraggi, ma non trovano i delinquenti. Va bene, però che colpa abbiamo noi? Che possiamo fare di più?, chiede il titolare. Un mese fa è stata svaligiata anche una boutique su Corso Aldo Moro. Sempre in pieno centro, nel cuore di Cerignola.Ho parlato anche con il vecchio proprietario del bar, ci siamo confrontati, ho chiesto se queste cose possono succedere spesso e mi ha risposto che in 25 anni episodi del genere, in centro, non sono mai capitati nemmeno negli anni 90, quando ci si sparava per strada e la criminalità era più efferata, ricorda Francesco Diliddo.
Adesso il vero cruccio per l’ordine pubblico sembra essere la microcriminalità incontrollata ed incontrollabile: Sono cambiati i tempi, con tutto ciò che si sente in giro queste rapine puoi e devi aspettartele da chiunque: dal ragazzino come dalla persona adulta, da chi lo fa per fame e chi lo fa per lavoro, ammonisce il titolare del bar Reale. Nel frattempo, ancora su Corso Aldo Moro, sono diverse le attività commerciali che vanno incontro alla chiusura: proprio su queste colonne a febbraio scorso la signora Nicoletta Dimodugno annunciava lo stop del suo esercizio commerciale con uno slogan molto singolare: Chiudiamo e non ci suicidiamo. Mancanza di introiti, mancanza di tutele, ma soprattutto mancanza di ordine pubblico e la sicurezza (personale e professionale) finisce per diventare una tassa occulta che pesa sul bilancio di qualsiasi attività commerciale locale.
Michele Cirulli