C’è troppo Michele Grieco dietro Tommaso Sgarro
C’è chi entra e c’è chi esce, chi vorrebbe saltare sul carro e chi giura di non voler mischiarsi nemmeno sotto tortura. Il candidato sindaco del centrosinistra, il 32 enne Tommaso Sgarro, sabato e domenica ha dato avvio alla sua campagna elettorale presso un capannone della Confederazione Nazionale dell’Artigianato (CNA), in zona industriale, e subito due elementia sono balzati agli occhi degli osservatori.
Renzismo accentuato “ un po’ stonato per chi, come l’aspirante primo cittadino di marchio gentiliano, si definisce civatiano e proviene da una militanza in Rifondazione “ ed apertura neanche velata a pezzi del centrodestra sotto la stretta osservazione del padrino politico, la famiglia Grieco, che sembra essere il vero e proprio sponsor dei democratici. Una collaborazione, quella tra la ras Elena Gentile e l’imprenditore della catena Proshop, che da un lato fa inalberare Franco Metta, che parla di ricco PD, anche perchè Michele Grieco era stato avvicinato dal cicognino Elio Specchio, il quale gli aveva proposto invano una candidatura nelle liste civiche risoltasi col gran rifiuto; e dall’altro non trova l’appoggio della galassia comunista, che al contrario si starebbe riorganizzando per creare un progetto alternativo a questo Partito Democratico che guarda a destra.
Con Leonardo Paparella, Rino Pezzano, Antonio Lapollo già migrati sul versante Metta grazie alla civica Cerignola Democratica; con il renziano Francesco Disanto in fuga solitaria per la corsa a Palazzo Città in accoppiata con Rifondazione Comunista; con SEL di Gerardo Valentino che, al momento, ha dato il benservito agli alleati di via Mameli; con i Socialisti di Gino Catucci allettati dalle sirene cicognine e con Michele Longo pronto a creare un nuovo centrosinistra, il rischio per Sgarro è di disperdere tutto l’elettorato di sinistra. Con buona pace del verbo di Pippo Civati.
Ho appreso dell’iniziativa di sabato e domenica attraverso Facebook. Il problema è l’affidabilità a tutti i livelli dei signori del PD, che non definisco di sinistra, ma un insieme di persone che fanno squadra e che non rispettano accordi a livello regionale, provinciale e regionale. Ci avevano promesso l’acquisizione delle banche dati dei votanti alle primarie “ racconta il vendoliano Valentino- ma non le abbiamo mai avute e non vogliono darcele: è chiaro come siano andate le cose. Se le ferite delle primarie di novembre scorso bruciano ancora, anche la scelta dei partner non convince la sinistra: Non ho nulla contro Grieco e contro gli imprenditori, anzi, però sono sempre cauto e non mi fido mai perchè se un imprenditore ci mette faccia e soldi è chiaro che di beneficenza non ne faccia. In più nel 2010 mi pare abbiano appoggiato Metta. In quella tornata, la prima che ha battezzato la fuoriuscita dal consiglio comunale tutti i partiti di sinistra radicale, in ballo ci sarebbero 1500 voti. Cosa c’è sotto? A che elettorato si rivolgono?, chiede il sellino. Stiamo provando- aggiunge “ di formare un nuovo centrosinistra con i fuoriusciti del Partito Democratico (Longo, Roselli e i maltrattati) e con gli altri partiti snobbati da Sgarro. Profezia? Se si dovesse vincere temo un’esperienza peggio di Matteo Valentino, perchè almeno Matteo era preparato dal punto di vista amministrativo, dice il coordinatore Sel locale.
Un progetto in itinere, che incontrerebbe la curiosità dei quasi epurati PD: Credo che a livello provinciale si sia firmato un patto di non belligeranza con Raffaele Piemontese, motivo per il quale sono sparite tutte le rassicurazioni e le ipotesi riguardanti le anomalie delle primarie: stanno facendo decantare, commenta Carmine Roselli. Se in questo progetto alternativo dovesse uscire il nome di un candidato sindaco credibile, valuterò con molto interesse la proposta. Dall’altra parte- prosegue- c’è il PD che non ci coinvolge minimamente e non lancia segnali di apertura. La mancata assunzione di spirito unitario di Elena Gentile è chiara: scelgono di spaccare e se ne assumeranno le conseguenze. Per Roselli c’è un problema democrazia interna anche perchè se fosse dipeso da me non avrei scelto solo quei sostenitori, come Grieco, ma una base più ampia. In sostanza, a parole una squadra e a fatti un’autarchia. Più conciliante, invece, sembra essere Pietro Saccinto, dei Comunisti Italiani, a metà strada tra il nuovo progetto di stampo longhiano e le suggestioni di Sgarro: Aspettiamo di essere contattati per capire quale sarà il nostro orientamento, anche se l’idea è quella di nuova confederazione di sinistra. Sgarro è un buon candidato, forse il migliore tra i nominativi in campo fino a questo momento, ma si parla di troppi nomi che con la nostra storia hanno poco a che fare. L’area Udc, attuale maggioranza- composta da Moccia, Romano, Curiello, Spione- potrebbe finire per indossara la casacca renziana. Il peso dell’europarlamentare Elena Gentile potrebbe condizionare il giovane Sgarro: Condizionato dalla Gentile? Chi nel PD non lo è?, risponde ironico Pietro Saccinto.
Michele Cirulli