Diritti sacri, avvocati scarsi o cause “”allegre””? A Cerignola e Foggia spese da record
Le soluzioni sono tre: o i legali sono scarsi; o i giudici imbattibili e le cause impossibili, dove il diritto del privato è più forte di quello del pubblico; o il ricorrere in giudizio, da parte delle amministrazioni, viene praticato con fin troppa leggerezza, ai limiti del danno erariale nei confronti della comunità che paga le parcelle degli avvocati senza che questi spuntino la vittoria al momento della sentenza.
Cerignola e Foggia sono tra le prime 30 città di Italia ad erogare i maggiori investimenti in oneri da sentenze sfavorevoli (escluse obbligazioni principali). La società The Tool srl, che si occupa di misurare ed analizzare sentiment, la brand reputation, la percezione della reputazione del brand, di prodotti e la personal reputation per clienti editori, corporate, privati ed enti governativi, ha stilato una classifica che piazza al quarto posto Cerignola e al decimo Foggia per la quantità di denaro destinato al pagamento di sentenze che vedono le amministrazioni soccombenti in giudizio.
Al primo posto c’è Palermo con la cifra monstre di 14 milioni di euro, seguita da Catania (6,5 milioni), Cagliari (3,3 milioni), Cerignola (3,1). Il centro ofantino guidato dal sindaco Antonio Giannatempo guadagna una posizione rispetto a Bologna (2.8 milioni di euro), mentre Foggia, del sindaco Franco Landella, balza al decimo posto con 1,1 milioni di euro spesi per le controversie legali, anticipando città come Firenze, Roma, Milano, Torino, Reggio Calabria, ma attestandosi subito dopo Lecce, Parma, Pagani (Salerno) e Arzano (Napoli).
Il comune di Cerignola- si legge nel report- nell’ultimo anno ha effettuato pagamenti pari ad ‚¬ 39.606.911, con una spesa pro-capite per cittadino di ‚¬ 697. Le tre principali voci di spesa sono state: “”Contratti di servizio per smaltimento rifiuti”” (‚¬ 6.934.843,7), “”Rimborso mutui a Cassa depositi e prestiti – gestione CDP spa”” (‚¬ 4.343.414,54), “”Oneri da sentenze sfavorevoli (esclusa obbligazione principale)”” (‚¬ 3.172.530,75), con quest’ultima voce che rappresenta un record per la Puglia e per il Mezzogiorno (isole escluse).
Il Comune di Foggia nell’ultimo anno ha effettuato pagamenti pari ad ‚¬ 153.322.548, con una spesa pro-capite per cittadino di ‚¬ 1.031. Le tre principali voci di spesa sono state: “”Competenze fisse per il personale a tempo indeterminato”” (‚¬ 22.104.679,39), “”Contratti di servizio per smaltimento rifiuti”” (‚¬ 20.100.798,48), “”Altri contratti di servizio”” (‚¬ 12.916.006,78). Andare in giudizio, nei due centri della Capitanata, sembra essere una pratica molto battuta e frequente più che in altre zone dello stivale perchè I pagamenti per Oneri da sentenze sfavorevoli (esclusa obbligazione principale) nell’ultimo anno ha cubato un volume di ‚¬ 101.058.566, la maggior parte dei quali spesi al Sud.
I dati che utilizziamo nelle visualizzazioni “ spiegano da The Fool srl- sono recuperati dal sito Internet voluto dal Governo Italiano SoldiPubblici.Gov.it. Il sito, secondo le parole presenti direttamente alla sezione “”Il progetto””, “”vuole promuovere e migliorare l’accesso e la comprensione dei cittadini sui dati della spesa della Pubblica Amministrazione, in un’ottica di maggiore trasparenza e partecipazione””. Attraverso i dati forniti (sempre secondo il sito), “”è possibile accedere ai dati dei pagamenti … dei comuni, con cadenza mensile e aggiornamento al mese precedente. I dati sono tratti dal sistema SIOPE, frutto di una collaborazione tra Banca d’Italia e Ragioneria Generale dello Stato, che aggrega i pagamenti giornalieri delle diverse Pubbliche Amministrazioni attraverso una serie di circa 250 codifiche gestionali disponibili su http://www.siope.tesoro.it””.
E’ il sindaco Antonio Giannatempo a commentare la classifica che attribuisce la maglia nera a Cerignola: Abbiamo questi alti tassi di spese legali per sentenze che risalgono agli ˜70 e ˜80 e che riguardano gli espropri fatti per la nascita dei nuovi quartieri Fornaci, San Samuele e Torricelli. In quegli anni c’era una pratica, poi rivelatasi fallimentare, che liquidava i cittadini non versando loro direttamente l’importo. Questo ha prodotto una serie di sentenze sfavorevoli che continuiamo a pagare ancora oggi. L’ultima di queste, relativa alla zona Torricelli, è indicativa: a fronte di una richiesta iniziale di risarcimento di 150 milioni delle vecchie lire, oggi siamo costretti a pagare 1,7 milioni di euro.
Michele Cirulli