giovedì, Dicembre 26, 2024
Politica

Ruocco e Tatarella, c’eravamo tanto odiati

Ad unirli è stata l’amicizia, a separarli è stata la politica, a ricongiungerli potrà  essere il destino. Salvatore Tatarella e Roberto Ruocco, nemici giurati sin dal 2001, potrebbero essere travolti dallo stesso destino visto che il 2015 è l’anno degli addii alla politica.

 
L’ex eurodeputato, in una lettera accorata, ha già  espresso la sua volontà  di tenersi lontano dalla politica: sabato prossimo, nella sua città  natìa, Cerignola, presenterà  il volume Tra Bari a Strasburgo, confermando ancora una volta il suo ruolo di promotore culturale più che attivista politico. Roberto Ruocco, invece, si gode la nomina che da molti “ nei corridoi della politica – è stata definita il contentino di fine carriera: insieme a Nichi Vendola e a Pino Romano (Sel) sarà  tra i  Grandi Elettori che sceglieranno il nome del Presidente della Repubblica dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano.
Sono lontani i tempi in cui lo scontro tra Tatarella e Ruocco, in Capitanata, significava mobilitazione di truppe ed eserciti pronte a darsele (politicamente) di santa ragione per far prevalere il vicendevole odio dei due. Cresciuti nel gruppo di Pinuccio Tatarella, il ministro dell’Armonia e fratello di Salvatore, i due hanno i due astri nascenti della politica, fino a quando è stato in vita l’ex vicepremier, hanno combattuto fianco a fianco: l’impresa storica di espugnare la fortezza rossa cerignolana, con un partito post fascista (Msi), incoronando Salvatore Tatarella sindaco dal ’93 al ’99, era stato un capolavoro di equilibri e aspirazioni mediate. Lo strappo si registra nel 2001, quando Salvatore, sconfitto al fotofinish da Francesco Bonito per un seggio in Parlamento, si lascia scappare anche il ruolo di sottosegretario che va ad Alfredo Mantovano, espressione della corrente politica che faceva capo ad Adriana Poli Bortone. Tatarella, infastidito, accusa Maurizio Gasparri, suo referente nazionale, di non aver fatto di tutto per sostenere la sua causa, volano paroloni fino a quando si registra la frattura: Gasparri viene messo all’angolo e in Puglia viene abbandonato da Tatarella & Co. Nel frattempo Roberto aveva già  avuto un ruolo in Regione Puglia, come consigliere e assessore, appoggiato dalla famiglia Tatarella e da Pinuccio in persona, che si spende per renderlo assessore nella giunta Distaso.
Saputo del dissidio Tatarella-Gasparri, nel 2001, Roberto Ruocco corre a tendere la mano all’attuale vicepresidente del Senato, isolato in Puglia, imponendo di divenire unico referente di AN sul territorio voltando le spalle a Tatarella. Da allora i rapporti tra i due sono crollati, con vendette e ripicche proseguite nel tempo e anche a distanza di decenni. Ad esempio, quando nel 2006 il gruppo ruocchiano perse il congresso foggiano di Alleanza Nazionale contro la tatarelliana Lucia Lambresa, gli animi diventarono così tesi che Roberto commissionò l’apertura di un sito web intitolato Noi non la vogliamo,  una raccolta di foto che offendeva la candidata vicina a Salvatore.
Oppure nel 2008, in piena campagna elettorale per le provinciali, Salvatore minacciò più volte di rompere il fronte delle alleanze se la candidatura a consigliere da Cerignola per Palazzo Dogana si fosse tradotta nella riconferma di Romano d’Antonio, esponente di spicco dell’entourage di Ruocco. Alla fine riuscì a spuntarla posizionando Mimmo Farina.
E i colpi bassi non sono più terminati da quel giorno del 2001, quando uno scaricò Gasparri e l’altro corse a coccolarlo. Ogni competizione elettorale, a livello locale, è stata viziata dal gioco delle correnti. Il primo governo di Antonio Giannatempo, che proprio con Tatarella aveva iniziato la sua carriera politica, fu condizionato da aspre fronde interne fino a quando il ginecologo è riuscito ad affrancarsi dai rancori di Salvatore e Roberto, addirittura nominando quest’utimo come suo vice. Oggi Salvatore ha deciso di dire basta: Mi sembra più che giusto tornare finalmente a quelli che restano gli affetti più veri della vita. Tornerò anche a indossare nuovamente la toga, per riprendere con una mai sopita passione per la nobile missione dell’avvocatura, solo temporaneamente abbandonata allorchè decisi di dedicarmi con totalizzante impegno all’assolvimento delle pubbliche funzioni delegatemi dagli elettori.
Roberto Ruocco invece prova l’ultimo disperato assalto a via Capruzzi per cercare di non perdere l’ultimo treno. In fondo il rimpasto di giunta di Orta Nova, voluto dal suo amico Peppino Moscarella con l’estromissione di due assessori (tra cui la sorella di Giannatempo) non va che nell’ottica di lanciare l’offensiva in chiave regionale all’attuale sindaco di Cerignola, che vorrebbe correre con le liste di Francesco Schittulli. L’oncologo- nemmeno a dirlo- è un intimo amico di Salvatore Tatarella.
Michele Cirulli
 

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