Nuovi lavori al Duomo: c’è sempre Biancofiore. Amen.
Il Duomo di Cerignola tornerà ad essere un cantiere. Dopo i contestatissimi lavori per l’adeguamento liturgico voluti dal vescovo Felice Di Molfetta, che hanno dato alla luce anche una cripta nella quale saranno sepolte le spoglie dei monsignori, i nuovi interventi riguarderanno la cupola, ormai pericolante, e le navate laterali con relativo recupero dell’impianto di illuminazione.
Con questa decisione la Diocesi tiene fede alle promesse fatte ad aprile 2014, in occasione della presentazione del nuovo Duomo.
Il vicario del vescovo, don Carmine Ladogana, ad aprile dell’anno scorso annunciò una seconda fase di cantierizzazione per risolvere le criticità legate alla cupola e i cui documenti sono comparsi sul quotidiano l’Attacco. In quell’atto pubblico, custodito dal 2012 con molta gelosia negli scaffali dell’ufficio tecnico comunale e redatto dall’ingegnere Marcello Cioffi (attuale direttore dei lavori), c’è uno screening dettagliato sulle condizioni di salute della parte più alta dell’edificio di culto, ormai completamente abbandonato e con potenziali effetti negativi sull’incolumità dei cittadini. Le mancate operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria- a carico dell’amministrazione comunale proprietaria della Chiesa- hanno sortito l’effetto di deteriorare in maniera consistente i materiali lapidei degli elementi ornamentali della facciata e delle parete laterali delle navate e delle absidi. Uno dei doccioni della balconata al piede del tamburo della cupola- si legge nella relazione tecnica- ha perso uno spicchio della mensola che, fortunatamente, si è fermato sulla balconata sottostante. Ovvero, la (quasi) centenaria struttura di culto ha iniziato a perdere pezzi poichè deficita di manutenzione da almeno 30 anni e solo per fortuna il detrito è finito nella balconata sottostante. Ad oggi la cima del Duomo fa contare numerosi casi di corrosione: Causa delle infiltrazioni d’acqua (sulle coperture, ndr) è la sconnessione delle tegole dovuta all’apposizione di antenne sul colmo del tetto e la rottura delle tegole stesse, alla cui sostituzione non si provvede da tempo, si legge nel documento dimenticato tra gli scaffali dell’ufficio tecnico comunale, e così l’acqua cade dalla copertura sull’estradosso delle volte della navata centrale tanto da generare vistose macchie di umidità all’interno della navata centrale e la disgregazione materica dei tufi costituenti all’interno della facciata principale. Il ripristino dell’immobile avverrà in tempi rapidi e non richiederà la chiusura totale della Cattedrale. A spiegare la natura degli interventi è il direttore dei lavori, Marcello Cioffi, che già tre anni fa curò l’analisi e la pianificazione delle operazioni da svolgere sulla cupola per conto della Curia con uno studio commissionato dal parroco don Pio Cialdella: Abbiamo inviato la documentazione al Comune e immagino che a breve, anche a giorni, potremo iniziare giacchè siamo in possesso di tutte le autorizzazioni. Interverremo su tutte le infiltrazioni di cui si è parlato tanto: inizieremo dall’alto verso il basso e la Chiesa rimarrà chiusa al massimo solo per qualche giorno ed esclusivamente per preparare il ponteggio: massimo due o tre giorni per movimentare il materiale. Tutte le lavorazioni avverranno dal primo ballatoio in su, quindi non saranno intaccate le celebrazioni. Il progetto, sviluppato ancora una volta dalla Sedir di Gerardo Biancofiore, l’imprenditore di fiducia del vescovo Felice Di Molfetta, si compone di diverse fasi: Nel primo passaggio interverremo sul tamburo e sulla cupola, poi passeremo anche alla manutenzione delle coperture delle navate, ma dipende dal finanziamento CEI, che adesso è parziale: si tratta di 1,1 milioni di euro, spiega l’ingegnere, la metà dei quali è investimento della Conferenza Episcopale italiana. E gli altri fondi? Non saprei. Oltre a questo vi sarà anche il ripristino dell’illuminazione già esistente. L’accoppiata Cioffi-Biancofiore, dal 21 gennaio scorso, è anche titolare di un altro appalto made in Curia presso il rione Santa Barbara dove è in progetto la costruzione della nuova chiesa. I lavori, però, ad appena una settimana dallo start, sono fermi: L’unico motivo ostativo è rappresentato dalle avverse condizioni meteorologiche e dalle piogge abbondanti. Presto torneremo a lavorare, assicura il direttore dei lavori. In seguito agli interventi di adeguamento liturgico, costati 450 mila euro (fonti diocesane), arrivano quelli per la cupola per un importo stimato di 1,1 milioni di euro. Ad eseguirli, con affidamento diretto, sarà la Sedir di Gerardo Biancofiore.
L’ultimo atto di una storia violenta Violente sono state le polemiche sorte intorno ai lavori al Duomo. Violente sono state le reazioni delle istituzioni cittadine, dalla politica al clero. A gennaio scorso vi fu la schiaffeggiata pubblica dell’assessore ai servizi sociali Michele Romano (sponda Galantino) nei confronti del vicario del vescovo don Carmine Ladogana per vecchi attriti culminati in paroloni e mani addosso; a distanza di 8 mesi, a settembre 2014, arrivò l’omelia politica del vescovo Di Molfetta, che bocciava l’intera classe politica con l’imminente salto sul carro della civica di Metta con la lista i-Cattolici capeggiata da Giuseppe DI Bisceglia, braccio destro del prelato, e da esponenti di confraternite e deputazione. Nonostante i richiami del segretario generale CEI, il cerignolano don Nunzio Galantino, a non invischiarsi negli inciuci e nel veicolare voti verso questo o quel candidato, la truppa cattolica locale ha scelto il suo candidato. Diversa, invece, è l’impostazione data dal vescovo di Cassano allo Jonio: impegno in politica, ed in qualunque schieramento, senza effettuare operazioni chiacchierate o senza che la chiesa diventi appunto un partito. Tutto ciò che non sta accadendo a Cerignola. Dopo la raccolta di 7100 firme per impedire la costruzione della cripta, oggi arrivano gli altri lavori (ben più urgenti) sulla cupola. Termineranno così le violente polemiche?
Michele Cirulli