Turismo a Cerignola: tutti i dati degli arrivi e delle presenze

Stilata anche quest’anno il report della Regione che descrive il flusso turistico in Puglia. Cerignola e i Cinque Reali Siti, a fronte del loro potenziale, non si caratterizzano per essere mete attrattive per chi sceglie di trascorrere il proprio tempo libero nella nostra regione. Nonostante gli sforzi di alcune associazioni, che si impegnano per la promozione del territorio, il basso Tavoliere fa registrare numeri bassi. Boom, invece, per la Valle d’Itria e per il Salento, o anche per il Gargano, ma il fattore “mare” gioca sicuramente un ruolo prioritario e di certo determinante.

Il report della Regione si basa su due aspetti: “arrivi” e “presenze”: gli arrivi indicano il numero dei clienti giunti nelle strutture ricettive; le “presenze” invece indicano il numero di notti trascorse negli alberghi e negli hotel (numeri degli arrivi moltiplicati per i giorni di permanenza. Quindi due persone che si fermano quattro giorni in un hotel determinano un totale di “presenze nell’hotel” di 2×4=8). I dati si riferiscono all’anno 2018.

In totale, per l’anno 2018, gli arrivi a Cerignola sono stati 2335, mentre le presenze (ossia i giorni di permanenza moltiplicati per il numero di ospiti) sono stati 9360. Nello specifico, gli arrivi di persone italiane sono stati 2132 (presenze 8028), mentre sono stati in 203 gli stranieri ad aver fatto tappa nella città di Di Vittorio per un totale di 1332 presenze.  

I dati sono scoraggianti se confrontati con le città “gemelle” della provincia di Foggia. Ad esempio, a San Severo il numero totale di presenze nell’anno 2018 è stato di 14.326, sette volte di più rispetto a Cerignola. Scarsa attrattività, microcriminalità eccessiva, servizi non sufficienti: sono queste alcune motivazioni che generano numeri così bassi relativi al turismo nel Basso Tavoliere.