Coronavirus: chi può restare aperto e chi no. Le nuove misure

Il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, inasprisce ulteriormente quanto stabilito appena due giorni fa in materia di contenimento del contagio da CoVid-19. Da oggi in poi, e per i prossimi 14 giorni, rimarranno attivi solamente i “servizi essenziali”, con definitiva chiusura per due settimane di bar, ristoranti, pub, che fino a questo momento avevano limitazioni in fasce orarie (fermo restando il distanziamento di almeno un metro tra i clienti). Nel dettaglio, ecco cosa cambierà.

“Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità (In basso trovi la lista, ndr)”. Inoltre sono chiusi i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di prodotti alimentari. Restano aperte Edicole, Farmacie, Parafarmacie, tabaccai, dove vige sempre il criterio della distanza di sicurezza di almeno un metro.

Sono dunque sospese le attività dei servizi di ristorazione come Bar, Pub, Ristoranti, Gelaterie, Pasticcerie, ad esclusione delle mense e del catering su base contrattuale. Consentita, però, la consegna a domicilio degli alimenti. Così come restano aperti i negozi di somministrazione di alimenti e bevande nelle aree di servizio sulle strade e nelle ferrovie, aeroporti e ospedali. Restano invece chiuse le attività come estetisti, parrucchieri e barbieri. Garantito il comparto agricolo, agroalimentare e zootecnico.

Alle imprese si caldeggia il ricorso al lavoro agile, a sfruttare ferie e congedi e tutte le pratiche per svolgere lavoro a distanza. Si raccomanda la chiusura dei rami non essenziali per la produzione. Tutte le disposizioni avranno efficacia fino al 25 marzo. Di seguito la lista delle attività che potranno rimanere aperte.

CHI PUÒ RIMANERE APERTO